Santa Teresa di Calcutta

IN VIAGGIO!

Siamo fatti per partire,
per cercare sempre la fonte.
Per vivere in viaggio,
come pellegrini e come figli
che continuamente
si mettono alla sequela,
alla scuola di Gesù,
e, che… arrivati a un punto…
vivono il pensiero
che hanno scritto fino a lì,
solo come introduzione al tema…
e vanno a capo…
per continuare la storia!


Il Testamento Spirituale di Madre Teresa

Siamo figli di Dio. Siamo stati creati con uno scopo, il più grande che ci sia: amare ed essere amati.

Non abbiate paura di amare. In mezzo alla sofferenza, all’umiliazione, al dolore, al successo, alla gioia. Ricordate, siete preziosi per Lui. Egli vi ama.

Soccorriamo migliaia di persone, gente che muore di fame, di malattia, gente che muore di solitudine per non sentirsi voluta né amata. E non ho mai sentito nessuno di loro lamentarsi o imprecare. C’è la fame dell’India, quella per cui a volte qualcuno muore di fame; ma c’è anche una fame molto più grande, la fame di amore, una terribile solitudine, un terribile rifiuto. Nudità non è solo aver perso i vestiti, ma anche la dignità, la dignità umana: la perdita di quanto c’è di bello, di puro, di casto, di vergine. La perdita. Essere senza casa non vuol dire solo mancare di una casa di mattoni; è senza casa chi è dimenticato, rifiutato, lasciato solo, chi non è niente per nessuno. C’è qualcosa che possiamo imparare da certi poveri: sono della gente straordinaria. Voi non sapete che cosa sia la fame. Non l’avete mai provata. Ma un giorno ho raccolto dalla strada una bambina di sei, sette anni, e ho visto la sofferenza della fame sulla sua faccia, così le ho dato un pezzo di pane e l’ho vista mangiare il pane, ma una briciola per volta. L’ho incoraggiata: “mangia, mangia il pane”. E lei mi ha guardato e mi ha risposto: “ho paura che quando il pane sarà finito, avrò di nuovo fame”.

Molte giovani arrivano a Calcutta per condividere il mio lavoro, molte. Vengono specialmente per lavorare nella nostra stanza dei moribondi, e poi ci dicono tutti più o meno così: “a  casa, io guardavo ma non vedevo. Lei mi ha insegnato a guardare e a vedere. Quando tornerò a casa sono sicura che troverò altre persone che hanno bisogno della mia tenerezza e del mio amore”.

Non accettiamo contributi pubblici, né salari, siamo come i fiori dei prati e gli uccelli dell’aria. Dipendiamo da Lui in tutto ed Egli è un meraviglioso Padre per noi e i nostri poveri.


Donaci, Signore, un cuore nuovo!

Apri i nostri occhi, Signore,
perché possiamo vedere te
nei nostri fratelli e sorelle.

Apri le nostre orecchie, Signore,
perché possiamo udire le invocazioni
di chi ha fame, freddo, paura,
e di chi è oppresso.

Apri il nostro cuore, Signore,
perché impariamo ad amarci gli uni gli altri
come tu ci ami.

Donaci di nuovo il tuo Spirito Signore,
perché diventiamo un cuor solo ed un’anima sola,
nel tuo nome.
Amen.

 

 

 

Mandami qualcuno da amare

Signore, quando ho fame,
dammi qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho un dispiacere,
mandami qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante,
fammi condividere la croce di un altro;
quando non ho tempo,
dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato,
fa che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato,
mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me,
mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso,
attira la mia attenzione su un’altra persona.
Rendici degni, Signore, di servire i nostri fratelli,
che in tutto il mondo vivono poveri ed affamati.
Dà loro oggi, usando le nostre mani, il loro pane quotidiano,
e dà loro, per mezzo del nostro amore comprensivo, pace e gioia.

I bisogni veri

Se qualche volta la nostra povera gente è morta di fame, ciò non è avvenuto perché Dio non si è preso cura di loro, ma perché non siamo stati uno strumento di amore nelle sue mani per far giungere loro il pane e il vestito necessari, perché non abbiamo riconosciuto Cristo quando è venuto ancora una volta, miseramente travestito, nei panni dell’uomo affamato, dell’uomo solo, del bambino senza casa e alla ricerca di un tetto.

Dio ha identificato se stesso con l’affamato, l’infermo, l’ignudo, il senzatetto; fame non solo di pane, ma anche di amore, di cure, di considerazione da parte di qualcuno; nudità non solo di abiti, ma anche di quella compassione che veramente pochi sentono per l’individuo anonimo; mancanza di tetto non solo per il fatto di non possedere un riparo di pietra, bensì per non avere nessuno da poter chiamare proprio caro.

Quando Cristo ha detto: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare!”, non pensava solo alla fame di pane e di cibo materiale, ma pensava anche alla fame di amore. Anche Gesù ha sperimentato questa solitudine. Ogni essere umano che si trova in quella situazione assomiglia a Cristo nella sua solitudine; e quella è la parte più dura, la fame vera!

 

Qual è… ?

Il giorno più bello? … Oggi.
La cosa più facile? … Sbagliarsi.
L’ostacolo più grande? … La paura.
Lo sbaglio peggiore? … Arrendersi.
La radice di tutti i mali? … L’egoismo.
La distrazione più bella? … Il lavoro.
La peggiore sconfitta? … Lo scoraggiamento.
I migliori insegnanti? … I bambini.
La prima necessità? … Parlare con gli altri.
La cosa che più fa felici? … Essere di aiuto agli altri.
Il Mistero più grande? … La morte.
Il peggiore difetto? … Il malumore.
La persona più pericolosa? … Il bugiardo.
Il sentimento più dannoso? … Il rancore.
Il regalo più bello? … Il perdono.
La cosa di cui non se ne può fare a meno? … La casa.
La strada più rapida ? … Il cammino giusto.
La sensazione più gratificante? … La pace interiore.
Il gesto più efficace? … Il sorriso.
Il migliore rimedio? … L’ottimismo.
La maggiore soddisfazione? … Il dovere compiuto.
La forza più potente del mondo? … La fede.
Le persone più necessarie? … I genitori.
La cosa più bella di tutte? … L’AMORE !

Solo per persone fenomenali…

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni…
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.

Non vivere di foto ingiallite…
Insisti, anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.

Fai in modo che, invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però… non trattenerti mai!

 

 

 

 

Preghiera per il lavoro quotidiano

O Signore,
nelle cui mani è la salute,
io mi inginocchio davanti a te
poiché ogni dono buono e perfetto
da te deve provenire.
Ti prego:
concedi abilità alla mia mano
una chiara visione alla mia mente
gentilezza e comprensione al mio cuore.
Concedimi sincerità d’intenti
e la forza di sollevare
almeno una parte dei fardelli
di questi poveri sofferenti e fiduciosi uomini.
E concedimi di realizzare il compito che mi spetta.
Togli dal mio cuore
ogni colpa e impaccio,
così che, con la fede di un fanciullo,
possa confidare in te.
Amen.

Preghiera per coloro che non sanno pregare

Signore,
aiuta gli uomini e le donne
che vorrebbero pregare,
ma non sanno farlo.

Accetta il loro desiderio di pregare
come una preghiera.
Ascolta il loro silenzio
e incontrali lì nel loro deserto.

Tu hai già guidato la gente
fuori dal deserto,
e hai mostrato loro la terra promessa.
Tu, Signore di tutto l’universo,
Re dei Re.

Amen.

Non Lasciare mai 

Non lasciare mai
che le tue preoccupazioni
crescano fino al punto di farti dimenticare
la gioia del Cristo risorto.
Tutti noi aneliamo al Paradiso,
ma possiamo essere sin da ora con Gesù
e comunicare la sua gioia.
Questo significa:
amare come Lui ama;
aiutare come Lui aiuta;
dare come Lui dà;
servire come Lui serve;
salvare come Lui salva.
Significa essere con lui ventiquattro
ore al giorno e toccarlo
nel suo aspetto più malandato.

La peggiore malattia oggi è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati. Vi sono molte persone al mondo che muoiono di fame, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore. Ognuno ha bisogno di amore. Ognuno deve sapere di essere desiderato, di essere amato, e di essere importante per Dio. Vi è fame d’amore, e vi è fame di Dio.

 

UNA VOCE AMICA

Di recente un uomo mi ha incontrata per strada. Mi ha chiesto: “Sei Madre Teresa?” Io gli ho risposto di sì. E lui: “Per favore, manda qualcuno a casa mia. Mia moglie ha disturbi mentali e io sono mezzo cieco. Vorremmo tanto sentire il suono amorevole di una voce umana”. Erano persone agiate. Avevano tutto nella loro casa. Eppure stavano morendo di solitudine, morendo per il desiderio di sentire una voce amica. Come facciamo a sapere che qualcuno come loro non si trovi accanto a casa nostra? Sappiamo chi sono, dove sono? Troviamoli e, quando li troviamo, amiamoli. Poi, quando li ameremo, li serviremo. Oggi Dio ama così tanto il mondo da dare te, da dare me, perché amiamo il mondo, per essere il Suo amore, la Sua comprensione. È un pensiero talmente bello per noi, e una convinzione: che voi e io possiamo essere quell’amore e quella compassione.

Sappiamo chi sono i nostri poveri? Conosciamo i nostri vicini, i poveri della nostra zona? È così facile per noi parlare e parlare dei poveri di altri luoghi. Molto spesso abbiamo chi soffre, chi è solo, le persone anziane, non volute, infelici, ed essere sono vicine a noi, e noi neppure le conosciamo. Non abbiamo nemmeno il tempo di sorridere loro. Il cancro e la tubercolosi non sono le malattie più gravi. Penso che una malattia ancor più grande sia l’essere non voluto, l’essere non amato. Il dolore che provano queste persone è molto difficile da capire, da penetrare. Penso che sia ciò che la nostra gente in tutto il mondo sperimenta, in ogni famiglia, in ogni casa.

Questa sofferenza si ripete in ogni uomo, donna e bambino. Penso che Cristo stia soffrendo nuovamente la Sua passione. E sta a voi e a me aiutarli a essere Veronica, essere Simone per loro. I nostri poveri sono grandi persone, persone molto amabili. Non hanno bisogno della nostra pietà o compassione. Hanno bisogno del nostro amore comprensivo e del nostro rispetto. Abbiamo bisogno di dire ai poveri che loro sono qualcuno per noi, che anche loro sono stati creati dalla stessa mano amorevole di Dio, per amare ed essere amati.

 

 

NELL’OSCURITÀ…

Signore, mio Dio, chi sono io perché Tu mi abbandoni? La figlia del Tuo amore, e ora diventata come la più odiata, quella che hai gettato via come non voluta e non amata. Io chiamo, io mi aggrappo, io voglio… e non c’è nessuno a rispondere, nessuno a cui mi possa aggrappare, no, nessuno. Sono sola. L’oscurità è così fitta e io sono sola, non voluta, abbandonata. La solitudine del cuore che vuole amore è insopportabile. Dov’è la mia fede? Anche nel profondo, dentro, non c’è nulla se non vuoto e oscurità. Mio Dio, quanto è dolorosa questa sofferenza sconosciuta. Fa soffrire senza tregua. Non ho fede. Non oso pronunciare le parole e i pensieri che si affollano nel mio cuore e mi fanno soffrire un’indicibile agonia. Così tante domande ancora senza risposta vivono dentro di me. temo di svelarle, per paura della bestemmia. Se c’è Dio, per favore mi perdoni, confido che tutto finirà in cielo con Gesù. Quando cerco di elevare i miei pensieri al Cielo c’è un vuoto che mi condanna, tanto che quegli stessi pensieri si ritorcono su di me come lame affilate e feriscono la mia stessa anima. Amore… Questa parola non suscita nulla. Mi viene detto che Dio mi ama, e tuttavia la realtà dell’oscurità, del freddo e del vuoto è così grande che niente tocca la mia anima. prima che l’opera iniziasse c’era così tanta unione, amore, fede, fiducia, preghiera, sacrificio. Ho fatto un errore abbandonarmi ciecamente alla chiamata del Sacro Cuore? L’opera non è in dubbio, perché sono convinta che essa sia Sua e non mia. Non sento nulla, nemmeno un semplice pensiero né tentazione entra nel mio cuore per rivendicare qualcosa dell’opera.

Sorridere tutto il tempo. Le sorelle e le altre persone fanno tali osservazioni… Pensano che la mia fede, la fiducia e l’amore riempiano tutto il mio essere e che l’intimità con Dio e l’unione con la Sua volontà assorbano il mio cuore. Se solo sapessero… e come la mia gioia è il mantello con cui nascondo il vuoto e la miseria.

Nonostante tutto, l’oscurità e il vuoto non sono dolorosi quanto il desiderio di Dio. Temo che la contraddizione possa turbare il mio equilibrio. Che cosa stai facendo, mio Dio, a una così piccola? Quando hai chiesto di imprimere la Tua Passione sul mio cuore, è questa la risposta?

Se ciò Ti porta gloria, se Tu ottieni una goccia di gioia da questo, se le anime sono portate a Te, se la mia sofferenza sazia la Tua sete, eccomi, Signore, con gioia accetto tutto fino alla fine della vita e sorriderò al Tuo Volto Nascosto, sempre.